A poche settimane dalla scomparsa della sua amata Santina ci ha lasciati Francesco Brilla, vicepresidente della sezione “Silvio Bonfante” di Imperia Oneglia, instancabile pilastro delle commemorazioni della battaglia di Montegrande e memorabile animatore del Museo della Resistenza di Carpasio, all’interno del quale incantava da diversi anni le scolaresche provenienti dagli istituti di tutta la provincia.
Per motivi anagrafici Brilla non fu mai un partigiano in prima persona ma la sua intera vita è stata incentrata sugli insegnamenti e i valori della Resistenza, sempre proiettata a tramandarne il ricordo alle nuove generazioni.
Ugo Mela, presidente della sezione “Silvio Bonfante” di Imperia Oneglia, lo ricorda così:
“Francesco ha vissuto sempre di pane e Resistenza. A contatto con i partigiani dai quali ha imparato il modo di ragionare e il suo essere fermo negli ideali, che lo hanno seguito per tutta la vita. Brilla aveva un carattere rude, molto coriaceo, ma allo stesso tempo era una di quelle persone che sotto la scorza di personaggio duro e scontroso aveva una generosità e una bontà d’animo ai massimi livelli. Queste caratteristiche gli hanno permesso di trasferire a tutti coloro che sono venuti in contatto con lui, compresi i giovani, quegli ideali che lo caratterizzavano.
Brilla era l’accompagnatore di giovani e meno giovani all’interno del Museo, nel quale raccontava la storia che sta dietro a quegli oggetti, fotografie e lettere che sono lì esposti. Un’opera di divulgazione che portava avanti con una passione e un calore capace di commuovere tutti. Nella semplicità con cui parlava emergeva la sua partecipazione profonda che lo legava a questi eventi e a queste storie. Brilla sapeva indicare cose di cui era a conoscenza solo chi aveva vissuto a contatto dei partigiani non durante la guerra, ma per tutta la vita.
Ripeto, Brilla era uno con un carattere duro e deciso che spesso ci ha anche portato allo scontro ma un conflitto nel quale ciascuno esprimeva la sua posizione, magari anche in termini molto decisi, e poi si trovava una sintesi. Ricordo che ancora dieci giorni fa avevamo avuto una discussione durante una riunione, al termine della quale mi si era subito avvicinato con la volontà di trovare una mediazione.
Noi siamo andati avanti vent’anni in questo modo: lui era vicepresidente della sezione, nonostante spesso gli abbia proposto di diventare il presidente, cosa che lui rifiutava. Brilla era dotato di più carisma di me, era conosciuto da più persone, aveva una passione e una conoscenza della Resistenza infinitamente superiori alle mie: nonostante mi fossi offerto di farmi comunque carico degli oneri burocratici che lui detestava, non c’è stato verso di convincerlo: infatti una delle sue caratteristiche era quella di rifiutare il protagonismo“.